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Percorsi della risonanza. Lezioni di Taiji Quan e Qigong – 2006

Sergio Raimondo

Percorsi della risonanza. Lezioni di Taiji Quan e Qigong – 2006

Percorsi della risonanza. Lezioni di Qigong
Intervista agli autori

È stato pubblicato recentemente il nuovo libro di Sergio Raimondo e Gianna Sabatelli, dirigenti dell’Area Discipline Orientali dell’Uisp di Roma: “Percorsi della risonanza. Lezioni di Qigong e Taijiquan”, edito dall’Università degli Studi di Cassino, Facoltà di Scienze Motorie.

Come è nato questo libro?

“Questo volume è nato per essere uno strumento di agile impiego, rivolto agli appassionati di Qigong e Taijiquan che avvertono il bisogno di un supporto teorico ai primi livelli di pratica. Del resto, entrambi registriamo continuamente questa esigenza pur in ambiti diversi, negli oltre quindici anni di attività didattica e associativa che abbiamo dedicato alla diffusione di queste discipline: dal contesto più privato ed eterogeneo per fasce di età della scuola a quello pubblico dell’insegnamento presso la Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Cassino”.

Il Taijiquan e il Qigong sono discipline che stanno prendendo piede sempre di più anche in Italia.

“E’ vero. Anche nel nostro paese si va diffondendo la consapevolezza che nella qualità di Qigong e Taijiquan è conservato uno smisurato patrimonio di conoscenze che affonda nella remota antichità della trazione culturale cinese. Approfondire la conoscenza delle discipline oggetto di questo libro riveste, infatti, un significato che ne travalica l’utilità per l’equilibrio psicofisico individuale, ottenibile grazie alla perseveranza nel loro allenamento: sebbene, beninteso, l’esercizio costante costituisca condizione basilare e imprescindibile per un serio approccio a questo tipo di sapere. Si vuole insomma sottolineare come il dialogo tra culture diverse diventa il solo antidoto possibile all’ottuso prevalere dei fondamentalismi opposti, tanto più in un’epoca come la nostra, appesantita da un fardello di incognite causate da mutamenti strutturali rapidissimi, radicali e aventi come scenario il mondo intero”.

Spesso, però, queste discipline vengono “accusate” di suggerire un ritorno alla tradizione.

“Niente di più sbagliato. Quello che queste “discipline del sé” suggeriscono non è il ritorno positivo della bistrattata continuità con la tradizione, rischiando con ciò di far volgere lo sguardo all’indietro allo smarrito abitante del villaggio globale, verso un improbabile paradiso perduto. Esse dimostrano piuttosto l’esistenza millenaria di strumenti per interpretare la realtà universale come totalità in continuo mutamento, senza per questo rinunciare alla ricerca dell’equilibrio in ogni contesto. L’esercizio di queste pratiche e’ altresì improntato al mutamento prodotto dall’alternanza degli opposti, di cui si acquista consapevolezza per mezzo di un processo di apprendimento volto a individuare i propri limiti e a maturare le proprie capacità. In altri termini, un esercizio indirizzato alla scoperta della propria natura più intima”.

Taijiquan e Qigong sono anche definite “tecniche di lunga vita”.

“Di più! Il Taijiquan è forse l’arte marziale che più si è evoluta in questa direzione. E’ quindi ovvio perché sia una grande fortuna avere modo di entrare in confidenza con queste pratiche. Si vuole cioè sottolineare che il processo di autoeducazione si indirizza verso una coerente assunzione di responsabilità, per le stesse modalità con cui si realizza. Prendendo coscienza dell’interdipendenza degli opposti e del loro continuo alternarsi, si impara a riconoscere le proprie responsabilità rispetto al mutare delle circostanze e a essere solidali con la ricerca dell’equilibrio. Evocare e perseverare la coerenza non vuol dire perciò riferirsi a imperativi categorici, definiti da un autore metafisico, ma vivere la risonanza dei due segni yin e yang, opposti e complementari, in modo da cogliere l’unità del reale. E’ un processo che avviene nel mondo sensibile, dove passioni e conflitti non sono respinti o negati, ma viceversa vissuti con forza sufficiente ad assumere la responsabilità delle proprie scelte”.

“Questo testo nasce come strumento didattico – ha aggiunto Sergio Raimondo – quindi presenta una scrittura accessibile, che tiene al tempo stesso conto delle possibili connessioni ed interazioni tra le discipline del Qigong e Taijiquan con il mondo contemporaneo, i suoi aspetti sociali, il pensiero e con le recenti acquisizioni della scienza”. (N.C. e C.M.)