Taijiquan – Storia

Taijiquan

Storia

Il Taijiquan stile Chen tramandato per generazioni

Estratto da Sergio Raimondo - Gianna Sabatelli, Percorsi della risonanza. Lezioni di Qigong e Taijiquan,
Edizioni dell'Università degli Studi di Cassino. Facoltà di Scienze Motorie, Cassino 2005.

L’autore di questo testo è il Gran Maestro Chen Xiaowang (1945), il quale è il principale esponente della XIX generazione della famiglia Chen a noi contemporanea. Suo padre e suo nonno, Chen Zhao Xu (1911-1960) e Chen Fake (1887-1957) sono stati a loro volta le figure più importanti delle loro generazioni. E’ tale la considerazione goduta da Chen Xiaowang da parte di un’incredibile quantità di maestri e praticanti sparsi a ogni angolo del pianeta che egli è stato più volte definito una “leggenda vivente”. Nonostante la contemporanea esistenza di altri maestri di straordinario talento, è probabile che senza di lui la fama di Chenjiagou – villaggio rurale della provincia di Henan, luogo di nascita della famiglia Chen – non si sarebbe così diffusa su scala internazionale.

Gran Maestro Chen Xiaowang

Avviato al Taijiquan in tenera età dal padre, Chen Xiaowang ha perfezionato la sua formazione, dopo la scomparsa del genitore, con la guida degli zii Chen Zaopei (1893-1973) e Chen Zhaokui (1928-1981). Ha iniziato a vincere medaglie d’oro in diverse competizioni nazionali dal 1980 e per diversi anni consecutivi si è sempre classificato al primo posto, anche in occasione del Primo campionato internazionale di Wushu del 1985. Tuttavia il Maestro non è solo un magnifico campione nella sua disciplina, ma anche un fine intellettuale, un capace organizzatore e uno straordinario didatta. Oltre a essere autore di varie pubblicazioni sul Taijiquan della sua famiglia, è stato membro del Parlamento cinese e coltiva l’arte della calligrafia con risultati eccellenti. Da oltre dieci anni, infine, viaggia per il mondo con infaticabile energia per seguire direttamente le decine di migliaia di allievi che seguono i suoi insegnamenti e con lui la scuola tradizionale della famiglia. Chen Xiaowang, insomma, rappresenta davvero la possibilità di sviluppo dell’individuo in ogni campo: si capisce allora da cosa nasce l’idea di “leggenda vivente” che ne accompagna la fama.
Soprattutto grazie all’instancabile giro del mondo didattico del Maestro, il villaggio di Chenjiagou ha conquistato una fama planetaria difficilmente raggiungibile per gli altri borghi rurali cinesi. D’altra parte, è lì che le ricerche storiche condotte intorno al 1930 hanno individuato i primi segni moderni del Taijiquan. L’origine della disciplina si perde infatti in leggende che risalgono ai tempi più remoti, ma la sua dimensione concreta trova riscontro storico nella codificazione dello stile della famiglia Chen, avvenuta circa a metà del XVII secolo. Bisogna infine aggiungere che a Chenjiagou il Taijiquan della famiglia Chen ha continuato a essere insegnato e praticato secondo l’antica tradizione, rendendo il paese una meta interessante per i praticanti di tutto il mondo. Il resto lo ha fatto lo sviluppo tecnologico e sociale: se la rete elettrica ha raggiunto il villaggio nel 1964 e i primi telefoni privati sono stati attivati solo nel 1995, oggi si possono ottenere informazioni dettagliate sulla sua scuola di Taijiquan tradizionale con una semplice connessione a Internet.
Con questo articolo, Chen Xiaowang precisa le modalità di trasmissione tradizionale del Taijiquan della sua famiglia. Il Maestro spiega il codice di comportamento che uniforma i suoi allievi su scala planetaria e al quale essi sono tenuti a conformarsi in quanto praticanti e insegnanti di Taijiquan tradizionale della famiglia Chen. Appare dunque più chiaro come la famiglia Chen, difendendo la consuetudine di trasmissione dello stile per generazioni, sia riuscita a mantenere inalterata la tradizione anche durante l’età contemporanea, nonostante, da un lato, i radicali cambiamenti intervenuti negli scontri militari con l’uso delle armi da fuoco e, dall’altro, le suggestioni del mercato globale magari nobilitate dalla domanda di spiritualità esotica di matrice occidentale.
Chen Xiaowang fornisce in questo modo un formidabile strumento di omogeneità. Ma si ponga molta attenzione al fatto che questo strumento è costantemente rinvigorito dal Maestro stesso con la sua didattica viaggiante. Questa ormai più che decennale esperienza contiene un insegnamento di altissimo valore. In un’epoca così confusa per l’identità individuale e le appartenenze sociali, Chen Xiaowang propone con rinnovata determinazione lo studio rigoroso di un patrimonio tradizionale rendendolo una grammatica comune e familiare a decine di migliaia di persone le quali spesso neanche si conoscono ma che quando si incontrano sono pronte a condividere gli stessi esercizi e gli stessi interessi. Un codice comune che tuttavia permette a ogni individualità di esprimere sé stessa, confrontandosi con i propri limiti e scoprendo – o riscoprendo – le proprie vocazioni e potenzialità. Con i suoi continui viaggi didattici – ancor più che con le sue pubblicazioni, ancora disponibili quasi esclusivamente in cinese – Chen Xiaowang ha creato e continua a incrementare una comunità transnazionale che comunica con il medesimo linguaggio – innanzitutto corporeo – dalla Cina all’Argentina, dall’Australia all’Italia, dagli Stati Uniti al Giappone, Russia, Grecia, Singapore, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Polonia, Svizzera, Spagna, Slovenia, Germania. Una comunità entro la quale circolano informazioni e persone che usano le magnifiche possibilità offerte dalle moderne tecnologie dei trasporti e della comunicazione con lo stesso fine del loro Maestro, per incontrarsi e praticare insieme una disciplina per l’equlibrio psicofisico. Una comunità planetaria dove mediante l’esercizio di una tecnica capace di accrescere la consapevolezza individuale e collettiva, chiunque può sperimentare il comune destino del genere umano, senza divieti religiosi, barriere razziali, gabbie etniche, frontiere nazionali, vale a dire senza tutte quelle prigioni che ostacolano lo sviluppo di una coscienza cosmopolita fondatrice di una patria finalmente mondiale.

SECHUAN CHENSHI TAIJI QUAN

In che epoca, in che luogo e da chi è stato creato il Taijiquan? Molte persone si sono interessate alla soluzione di questi quesiti.
Il famoso studioso di arti marziali Tang Hao, nel periodo compreso tra il 1930 e il 1932 si recò per tre volte a Chenjiagou, nel distretto di Wen della provincia di Henan, al fine di ricercare, attraverso l’analisi critica dei testi, notizie attendibili riguardo alla nascita del Taijiquan e alla durata della sua storia.
Egli si basò sulla consultazione di opere come: Zhongzhou wenxian ji (Raccolta di documenti del territorio centrale); Wenxian xianzhi (Annali del distretto di Wen); Chenshi jiacheng (Registro della famiglia Chen); Chensi Taijiquan tushuo (Spiegazione delle illustrazioni del Taijiquan stile Chen); Sansanliu quanpu (Manuale di trecentotrentasei tecniche di pugilato). Tang Hao fotografò i ritratti degli antenati della famiglia Chen, i loro oggetti conservati dai discendenti e le iscrizioni su stele di pietra. Utilizzando le fonti sopracitate insieme alle illustrazioni delle tecniche di Taijiquan tramandate attraverso le generazioni a Chenjiagou, nonché servendosi di vari documenti storici, Tang Hao arrivò a verificare che il capostipite del Taijiquan fu Chen Wangting, appartenente alla IX generazione della famiglia Chen, vissuto tra la fine della dinastia Ming e l’inzio della dinastia Qing (cioè all’incirca tra il 1600 e il 1680 secondo la datazione occidentale) a Chenjiagou, nel distretto di Wen della provincia di Henan.

Statua di Chen Wanting a Chenjiagou,
finanziata dal M° Chen Xiaowang e i suoi allievi nel mondo

Chen Bu, della I generazione della famiglia Chen di Chenjiagou, era originario della prefettura di Zezhou (l’attuale Jincheng), nella provincia di Shanxi. Nel quinto anno di regno Hongwu della dinastia Ming (1372), egli si spostò a nel distretto di Qinyang, nella provincia di Henan. Da lì si trasferì nel villaggio di Changyang, situato a dieci li a est della città capoluogo del distretto di Wen. In seguito, visto che il numero dei componenti della famiglia Chen era aumentato gradualmente, il villaggio di Changyang cambiò il nome in quello di Chenjiagou (attualmente, Chen è il cognome di oltre l’ottanta per cento dei residenti).
Chen Bu era esperto del pugilato e nell’uso delle armi, attraverso le generazioni i suoi insegnamenti arrivarono fino al diciannovesimo anno di regno dell’imperatore Qianlong della dinastia Qing (1754), anno in cui fu iniziato il Chenshi jiacheng (Registro della famiglia Chen).
Le azioni dei membri della famiglia vissuti nei circa trecentottanta anni intercorsi tra l’arrivo di Chen Bu nello Henan e il 1754 non sono state messe per iscritto; anche per quanto riguarda l’arte marziale non ci sono che fonti orali.
Chen Wanting, della IX generazione della famiglia, in tarda età si ritirò a vita privata dedicandosi al pugilato. I suoi scritti relativi all’argomento, però, sono andati sfortunatamente perduti a causa del lungo tempo che ci separa dalla loro composizione.
Ci è arrivata solamente una poesia nei cui versi è scritto: “…la fortuna ricevuta, è stata vana, fino a oggi, l’età avanza impietosa, al mio fianco resta solo un volume del Huanting. In ritiro mi alleno nel pugilato, come occupazione coltivo la terra, approfittando del tempo libero insegno ad alcuni allievi miei discendenti, far sì che diventino abili e valorosi come tigri e dragoni è il mio compito…”. Da ciò si può capire come, a causa della confusa e turbolenta situazione politica del tempo, egli non potesse avere altra aspirazione che ritirarsi a vita privata e perfezionarsi nella pratica delle arti marziali.
Chen Wanting eccelleva sia nelle lettere che nelle arti marziali: egli diede origine al Taijiquan stile Chen basandosi non solo sulle tecniche a mano nuda e armi tramandate dai suoi antenati, ma anche selezionando e adottando l’essenza dei metodi di combattimento diffusi all’epoca. A ciò egli aggiunse la teoria dei canali e collaterali propria della medicina tradizionale cinese, i Daoyin, il Tuna e l’antica filosofia dello yin e dello yang come fondamento teorico.
Daoyin e il Tuna sono arti per la preservazione della salute proprie della tradizione cinese, con un’antica origine e una lunga storia. Chen Wanting combinò organicamente le tecniche marziali con i Daoyin e il Tuna, in modo tale da unire strettamente la consapevolezza con il respiro e il movimento, e allo stesso tempo fuse la teoria medica dei canali e collaterali con l’arte marziale: così facendo diede forma a uno stile che fa lavorare insieme come un tutto armonico l’interno e l’esterno dell’essere umano.
Con le definizioni “canali e collaterali” si intende fare riferimento alla rete dei meridiani, che si espande attraverso tutto il corpo umano, attraverso i quali circolano l’energia e il sangue: tali meridiani si originano negli organi interni e scorrono lungo il tronco e gli arti. Se il qi e il sangue non circolano in modo armonioso, allora l’equilibrio fra la mente e l’organismo si altera e si possono contrarre malattie. Quando il qi e il sangue sono in armonia, invece, il corpo si rinforza e la durata della vita si prolunga.
Chen Wanting, unendo la propria esperienza ai principi della medicina cinese, creò le sequenze del Taijiquan, i cui movimenti si sviluppano come una spirale che si avvolge. Gli aspetti peculiari di tale stile sono: i movimenti che assumono la forma di un arco, rotondi e uniti tra loro in modo fluido; la forza e la morbidezza che si generano a vicenda; l’energia interna che si sviluppa nel Dantian; la vita, asse centrale del movimento, che con leggere rotazioni permette ai reni di assorbire e scambiare il qi. La vita e la spina dorsale ruotano avvolgendosi e svolgendosi come una spirale, facendo muovere di conseguenza tutto il corpo. Il movimento della parte superiore del corpo è dato da polsi e spalle, quello della parte inferiore da caviglie e ginocchia, arriva alle estremità e poi torna al Dantian.
In questo modo è possibile fare sì che il sangue e il qi scorrano liberamente attraverso il corpo, con la funzione di curare le malattie e preservare la salute. Quando si pratica il Taijiquan bisogna tenere presente che: “il corpo e la mente devono muoversi come un tutto armonico”; quando ci si esercita nel Tuishou è necessario considerare sia che “nel contatto la rotazione deve essere libera” sia che “seguire i cambiamenti significa combattere e combattere significa seguire i cambiamenti”. E’ così possibile ottenere sia la salute del corpo che l’abilità nelle tecniche di attacco e difesa.
Chen Wanting portò avanti in maniera sistematica le sequenze di esercizi di Taijiquan a mano nuda e con le armi, da eseguire sia da soli che in coppia. Tra questi si enumerano le cinque sequenze del Taijiquan, la sequenza Paochui, le forme con la sciabola, la lancia, la spada, il bastone, l’uncino, l’ascia, il falcetto, il forcone, l’erpice e infine i combattimenti in coppia con la lancia, con il bastone a otto sezioni, ecc.
Per quanto riguarda le tecniche di attacco e difesa, egli fu il primo a inventare sia il tuishou che gli esercizi in coppia con la lancia e con il bastone.
La creazione del Tuishou risolse i problemi relativi allo spazio per allenarsi nel combattimento, alle protezioni e all’abbigliamento appositi e così via, dando vita a un tipo di esercizio che è possibile eseguire in qualunque momento e in qualunque luogo ci siano due persone che vogliono esercitarsi mettendo le loro mani a contatto.
Dal punto di vista della teoria, Chen Wangting si basò sulla propria esperienza personale e sull’essenza delle arti marziali diffuse a livello popolare al tempo della dinastia Ming (1368-1644), per dare origine a un sistema teorico le cui caratteristiche principali sono: il movimento della spirale che si avvolge; la forza contenuta nella morbidezza; stare lontani dai punti forti del nemico e attaccare i suoi punti deboli; conformarsi ai mutamenti delle condizioni oggettive e cambiare con esse;  il moto energetico indotto dall’intenzione cosciente; la circolazione interna della forza; la stabilità nelle otto direzioni.
Le otto tecniche principali del tuishou (peng, lu, ji, an, cai, lie, zhou, kao) sono applicate da due persone appoggiate l’una all’altra, in modo tale da allenare la capacità di reazione e di migliorare la qualità delle sensibilità, per arrivare progressivamnente alla profonda acquisizione di un tipo di forza interna, tale che cento grammi possono superare cinquecento chili.
Da quando Chen Wanting iniziò a dare una forma sistematica al Taijiquan, tale stile è stato portato avanti di generazione in generazione, è diventato una pratica marziale molto diffusa, sono emersi numerosi praticanti famosi, ha avuto una lunga storia e non è mai andato in declino.
All’epoca della dinastia Qing (1644-1911), visse Chen Changxing (1771-1853), appartenente alla decima generazione della famiglia Chen. Egli fu un praticante esperto e di grandi capacità, nonché l’autore delle opere Taijiquan shida yaolun (I dieci punti fondamentali del Taijiquan), Taijiquan zhandou pian (Il combattimento nel Taijiquan), Taijiquan yongwu yaoyan  (Discorso essenziale sulle applicazioni marziali del Taijiquan).
Chen Changxing affinò e semplificò le sequenze di forme proprie dello stile dividendole nella prima e seconda sequenza dell’antica struttura; poiché lavorava come guardia del corpo, si spostò come membro di una scorta nello Shandong e là ottenne una grande fama nel campo delle arti marziali. In tarda età si dedicò all’insegnamento delle arti marziali, stabilendo la sede della sua scuola nella casa di Chen Dehu, distante circa trecento metri dalla sua abitazione.

Chen Changxing e Yang Luchan

A quel tempo, presso la famiglia di Chen Dehu lavorava un domestico che si chiamava Yang Luchan (1799-1872), originario del distretto di Yongnian della provincia di Hebei. Inizialmente egli fu impiegato in una farmacia aperta da Chen Dehu nel distretto di Yongnian, in seguito fu trasferito a coltivare la terra della famiglia Chen. Giunto a Chenjiagou, Yang Luchan fu subito molto colpito dal Taijiquan, ma non osava manifestare la sua volontà di intraprenderne lo studio poiché era solo un servitore e il carico di lavoro che gravava sulle sue spalle era molto elevato. Egli si limitava a osservare in disparte le lezioni tenute da Chen Changxing, per poi allenarsi da solo di nascosto. Due anni dopo, mentre una notte Yang Luchan si stava esercitando, Chen Changxing si trovò per caso a passargli accanto: non avendolo riconosciuto come uno dei suoi studenti, gli chiese chi fosse e Yang Luchan rispose: “Chanlai!”, il proprio nome da bambino. Chen Changxing, sorpreso, gli domandò come fosse in grado di allenarsi da solo se non l’aveva mai visto alle sue lezioni e il domestico rispose che aveva sempre desiderato imparare dall’anziano maestro, ma temendo che il padrone non acconsentisse si era sempre tenuto in disparte, limitandosi a osservare per poi praticare da solo di nascosto. Ciò detto, Yang Luchan si prostrò ai piedi del maestro in segno di profondo rispetto; Chen Changxing rimase favorevolmente impressionato dallo spirito con cui si dedicava alla pratica e, avendo constatato che di solito lavorava molto duramente e che era un uomo sincero e onesto, parlò con Chen Dehu affinchè permettesse a Yang Luchan di studiare regolarmente il Taijiquan nel tempo libero. Da quel momento in poi, Yang Luchan riverì sempre Chen Changxing come maestro e si allenò duramente per diciotto anni, progredendo in modo estremamente rapido.

La casa dove Yang Luchan ha appreso il Taiji Quan a Chenjiagou

Dopo aver appreso il Taijiquan a Chenjiagou, Yang Luchan sconfisse molti famosi maestri di vari stili cinesi di combattimento, creandosi così la reputazione di “Yang senza nemici”. In seguito si recò al palazzo imperiale dei Qing per insegnare lo stile: visto che gli allievi erano tutti di stirpe nobile, deboli e delicati nel fisico, non erano in grado di apprendere e padroneggiare le tecniche più impegnative. Per questo motivo, Yang Luchan cambiò i movimenti che prevedevano salti e acrobazie in posizioni più semplici, morbide e facili da eseguire.
Ancora più tardi, attraverso le modifiche apportate dai figli di Yang Luchan, Yang Banhou (1837-1892) e Yang Jianhou (1839-1917), lo stile fu trasmesso fino a Yang Chenfu (1883-1936), nipote di Yang Luchan: è proprio a partire da lui che prese forma ben definita quello che attualmente è conosciuto come Taijiquan stile Yang. Gli aspetti peculiari di tale stile sono: i movimenti sciolti e armoniosi; le posizioni belle da vedere, naturali ed equilibrate; la morbidezza che nasconde la potenza.
Yang Chenfu scrisse il Taijiquan shiyong fa e il Taijiquan tiyong quanshu, si spostò da Pechino a Canton, Hangzhou, Shanghai e altri luoghi dove accettò numerosi allievi ai quali tramandare la sua arte. Egli è stato il maestro della prima generazione del Taijiquan di stile Yang, famoso per il suo grande valore e le sue eccezionali capacità.
Quando Yang Luchan insegnava il Taijiquan presso il palazzo imperiale dei Qing, c’era un mancese di nome Quan You che seguiva le sue lezioni. Dopo la morte di Yang Luchan, Quan You continnuò a studiare con Yang Banhou. Quan You trasmise le sue conoscenze al figlio Jianquan che in seguito prese il cognome di Wu. Lo stile praticato da Wu Jianquan (1870-1942) era rinomato per la morbidezza dei movimenti e per la leggerezza nell’esecuzione del Tuishou, che non perdeva tuttavia di efficacia. Wu Jianquan aprì una scuola di arti marziali a Shanghai, seguì l’evoluzione di numerosi studenti e diede progressivamente forma a quello che oggi è conosciuto come Taijiquan stile Wu.
Wu Yuxiang (1812-1880) era originario della provincia dello Hebei. Egli aveva studiato insieme al compaesano Yang Luchan le tecniche che quest’ultimo aveva appreso da Chen Changxing; in seguito, mosso dall’ammirazione per la fama dell’anziano maestro, si recò a Chenjiagou, per praticare direttamente con Chen Changxing. A quell’epoca Chen Changxing aveva circa ottant’anni e non insegnava più, inoltre suo figlio Chen Gengyun lavorava nello Shandong come guardia del corpo e non poteva assisterlo. Vedendo però che Wu Yuxiang era mosso da una volontà profonda, egli lo presentò a Chen Qingping, della XV generazione della famiglia, che aveva imparato da Chen Youben, della XIV generazione. Quest’ultimo rappresentava la corrente minore dello stile Chen, detta della piccola struttura (xiaojia). Wu Yuxiang studiò con Chen Qingping per poco più di un mese, ma comunque si applicò moltissimo: in seguito portò avanti le sua ricerca marziale, sviluppando lo stile Wu di Taijiquan, molto simile allo stile Chen della piccola struttura. La famiglia Wu non aveva nessun tipo di problemi economici, per cui Wu Yuxiang non fece dell’insegnamento una professione: egli trasmise il suo stile solo al figlio della sorella, Li Yishe, che a sua volta lo trasmise a Hao Weizhen. Successivamente Hao Weizhen insegnò al figlio Yueru, Yueru insegnò al figlio Shaoru e così lo stile acquisì gradualmente popolarità.
Sun Lutang (1861-1932) in gioventù apprese lo stile Xingyiquan dal famoso maestro Guo Yunshen, rinomato in tutta la Cina per le sue eccezionali capacità. Sun Lutang, dopo aver appreso da quest’ultimo i principi dello Xingyiquan ed aver studiato l’essenza del Baguazhang dall’illustre Cheng Tinghua, scrisse alcune opere su entrambi gli stili e si dedicò al loro insegnamento. A quei tempi si trovava a Pechino anche Hao Weizhen, che si ammalò improvvisamente. Sun Lutang lo aiutò generosamente prendendosi cura di lui finchè non si ristabilì completamente. Quando Sun Lutang chiese di imparare il Taijiquan, Hao Weizhen acconsentì subito, esprimendo così la propria gratitudine. In seguito Sun Lutang selezionò e fuse insieme gli aspetti fondamentali dI XingyiquanBaguazhang e Taijiquan, creando il Taijiquan stile Sun. Quest’ultimo somiglia molto al Taijiquan stile Wu, ma possiede comunque delle proprie caratteristiche peculiari.
Molti famosi praticanti di Taijiquan della famiglia Chen erano guardie del corpo di professione. Ci fu solo Chen Yanxi, appartenente alla XVI generazione, che insegnò il Taijiquan per sei anni al generale Yuan Shikai: per un lungo periodo, dunque, il Taijiquan stile Chen non è stato conosciuto quasi per nulla al di fuori della cerchia familiare. Nel 1928, Chen Fake accettò l’invito di recarsi a Pechino per tramandare il suo stile: fu solo da quel momento che il Taijiquan della famiglia Chen divenne gradualmente conosciuto a livello popolare.
Chen Ziming ed altri membri della XVII generazione della famiglia hanno tramandato la loro arte in varie zone della Cina al di fuori della loro provincia di origine. Chen Zhaopi, della XVIII generazione, ha insegnato sia a Pechino che a Nanchino ed ha scritto il Taijiquan huizong. Negli ultimi anni il Taijiquan della famiglia Chen si è diffuso gradualmente in ogni parte della Cina, fino ad arrivare in paesi stranieri come il Giappone, gli Stati Uniti, Singapore, ecc.

Il Gran Maestro Chen Xiaowang e la XX generazione della famiglia Chen
Da sinistra: Chen Ziqiang, Chen Zijun, Chen Bing, Chen Xiaowang, Chen Jun, Chen Yingjun