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I cinque livelli di abilità nel Taiji Quan stile Chen – 2002

Gianna Sabatelli

I cinque livelli di abilità nel Taiji Quan stile Chen – 2002

I Cinque livelli di abilità nel Taijiquan stile CHEN
Arti d’Oriente n. VIII luglio-agosto 2002

Intraprendere il Taijiquan significa intraprendere una ricerca per realizzare una profonda conoscenza del proprio essere e attraverso un processo di autoeducazione sviluppare se stessi e liberare le proprie potenzialità.
Questo percorso educativo – formativo non può che procedere per gradi di conoscenza assimilabili ai livelli scolastici che vanno dalle elementari fino all’università. Una volta laureati in realtà la formazione continua a livelli ancora più alti per giungere magari a produrre nuove conoscenze.
Credere che esistano delle scorciatoie veloci che ci permettano di fare l’università senza aver seguito il normale iter di studio significa finire fuori strada e studiare cose che non trovando le fondamenta su cui poggiare faranno crollare l’intero edificio.

Non esiste in aria un posto
per l’ultima pietra del muro,
se già non hai collocato la prima
e le altre sotto di essa.

I principianti che non conoscono il Taijiquan credono che la via sia facile e rettilinea. Solo progredendo si rendono conto che è necessario scendere molto in profondità e incontrare più e più problemi a cui dare soluzione. Un problema – una soluzione – un passo, e passo dopo passo è possibile risalire.
Il M° Chen Xiaowang sostiene che solo chi è sceso molto in basso può risalire molto in alto e raggiungere un alto livello di Gong Fu cioè di abilità, mentre chi non è disponibile a scendere e persevera sul rettilineo avrà difficoltà a progredire.
Per valutare i propri progressi lungo questo cammino, può essere utile riferirsi alla teoria dei cinque livelli di abilità, relativi ai necessari stadi di apprendimento che servono da orientamento nella pratica ed indicano all’allievo il passo successivo. Per ciascun livello sono richiesti dei requisiti specifici. La permanenza all’interno di ciascun livello può avere una durata variabile a seconda della disposizione personale dell’allievo, dell’impegno e del tempo che può dedicare alla ricerca. Il quinto livello indicato, in realtà non è necessariamente l’ultimo ma ce ne possono essere infiniti, poiche l’unico limite all’avanzamento dell’uomo-ricercatore è il termine della sua vita.
Il M° Chen si augura, e noi con lui, che con l’allungarsi della speranza di vita dell’uomo, anche il Taijiquan possa raggiungere livelli superiori di sviluppo e conoscenza. Tale sviluppo non ha limiti, né è possibile esaurire la bellezza e la ricchezza del Taijiquan nell’arco di una vita.

I cinque livelli di Gong Fu

5 livelli

Il disegno, proposto dal M° Chen Xiaowang, ci fornisce alcune utili informazioni:

  • Il punto di intersezione tra la base e l’altezza della piramide indica l’inizio della pratica del Taijiquan.
  • Il percorso interno alle aree relative ai livelli segue un andamento oscillante e tortuoso a sottolineare che la via non è semplice e rettilinea.
  • I lati tratteggiati nell’area compresa tra il primo e il terzo livello stanno ad indicare il rischio, che lo studente corre, di finire fuori strada se non si seguono i principi con la guida di un maestro esperto. Superato il terzo livello i lati sono rinforzati, questo significa che l’allievo conosce a fondo i principi, la sua energia fluisce liberamente ed è ora in grado di correggersi da solo.
  • Le frecce rappresentano alcuni momenti cruciali in cui il praticante, non comprendendo o fraintendendo i principi, viene a trovarsi nella condizione di smarrire la via.

 

Il primo livello di Gong Fu (10% Yin – 90% Yang)

E’ questo il livello iniziale che comincia il primo giorno di pratica del Taijiquan.
I requisiti richiesti a questo livello sono relativi alla correttezza della postura ed alla ricerca del rilassamento. Bisogna fare in modo di tenere il corpo eretto ma non teso. Per ottenere ciò è bene pensare che la testa sia appesa al cielo tramite un filo che parte da Bai Hui, un punto posto sulla sommità del capo. Questo fa rientrare il mento che in genere tende a sporgere e permette di distendere il rachide cervicale.
Si deve poi porre l’attenzione al rilassamento delle spalle e dei gomiti che dovrebbero dare la sensazione di affondare e svuotare il torace in modo che il diaframma possa scendere e lasciare libero il respiro che diviene così più profondo. Questo fa si che l’energia bloccata in alto possa iniziare la sua discesa.
Il rilassamento della vita – che nel Taijiquan è l’asse di tutti i movimenti – è fondamentale insieme al rilassamento delle anche per permettere di mantenere il coccige nell’asse e dare il giusto assetto al bacino. All’interno del bacino bisognerà cercare il proprio baricentro nel Dantian (o campo del cinabro) il cui punto centrale denominato Qi Hai (o mare dell’energia) è situato tre dita sotto l’ombelico. Il Dantian, come centro dell’energia, con la pratica diviene forte e apre tutti i percorsi energetici aumentando la stabilità e rinforzando i movimenti di tutte le parti del corpo. Il rilassamento della vita e del bacino permette tra l’altro di distendere il rachide lombare e appiattire le curve fisiologiche dell’intera colonna che così distesa e allineata diviene il tramite, non solo simbolico, tra la terra ed il cielo.
Infine, bisogna porre attenzione affinchè le gambe non risultino troppo tese né troppo flesse e in generale la perpendicolare delle ginocchia non superi la punta dei piedi. Questi ultimi dovrebbero essere piantati come radici nella terra.
Naturalmente all’inizio non è possibile tener conto dei requisiti richiesti per ogni singola parte del corpo, così sarà sufficiente badare a tenere il corpo eretto in maniera rilassata senza sbilanciarsi troppo in avanti, indietro o lateralmente. Gradualmente si riuscirà a portare l’attenzione in ogni parte del corpo.
Il M° Chen sostiene che perseverando nella pratica e praticando tutti i giorni è possibile approfondire le tecniche esterne entro un anno. In questo modo i movimenti diventano più chiari ma i principi e i percorsi energetici non possono ancora essere compresi correttamente. E’ possibile ciònonostante cominciare a percepire il calore prodotto dal Qi, l’energia, che comincia a scorrere, anche se non è possibile controllarla poiché le azioni non sono ancora ben coordinate e le posizioni non sono del tutto corrette. La forza, Jin, risulta rigida, troppo forte oppure si interrompe tra una sezione e l’altra del corpo.
In termini di teoria Yin eYang – dove Yin rappresenta il vuoto, la cedevolezza e la morbidezza e Yang il pieno, la forza e la durezza – la condizione ideale verso cui tendere è il bilanciamento 50% Yin e 50% Yang e la reciproca trasformazione dinamica degli elementi. A questo livello viene assegnata una percentuale del 10% Yin e 90% Yang poiché l’allievo non è in grado di bilanciare durezza e morbidezza e i movimenti risentono di una eccessiva durezza. Ne consegue che il primo livello di Gong Fu non risponde ai requisiti richiesti agli scopi marziali.

Il secondo livello di Gong Fu (20% Yin – 80% Yang)

Con la percezione del calore prodotto dai primi movimenti energetici comincia il secondo livello di Gong Fu.
Mentre il primo livello è caratterizzato dall’entusiasmo e dalla contentezza perché tutto quello che succede appare nuovo, qui cominciano le prime difficoltà che, se non vengono affrontate e superate con la perseveranza, possono generare un senso di sfiducia e indurre l’allievo perfino ad abbandonare il Taijiquan.
A questo stadio i movimenti sono diventati familiari, i percorsi del Qi sono abbastanza chiari e l’energia comincia a fluire in tutto il corpo, ma è ancora debole e lo studente non è in grado di controllarla. Possono esserci ancora difficoltà a controllare le varie parti del corpo simultaneamente incorrendo nell’errore della sovraestensione della forza, quando una parte del corpo muove più velocemente del resto, o della sottoestensione della forza, quando una parte muove con maggiore lentezza o con forza insufficiente. Succede così che l’energia si blocca, la forza si spezza e il percorso appare arduo e difficile. Ma non bisogna scoraggiarsi, bisogna altresì capire che sicuramente qualche principio non è corretto o che c’è ancora tensione in qualche parte del corpo.
E’necessario rivisitare i principi e i requisiti richiesti per ogni singola parte del corpo e fare in modo di muovere il corpo all’unisono cercando la coordinazione tra i movimenti esterni ed interni. All’esterno si deve curare la coordinazione delle mani con le gambe, dei gomiti con le ginocchia e delle spalle con i fianchi, all’interno è necessario unire la mente ed il cuore, l’energia interna e la forza, i tendini e le ossa.
Nel Taijiquan stile Chen è richiesto che tutti i movimenti siano conformi ai principi della spirale dell’energia del bozzolo di seta detta Chansi Jin. La forza interna del Chansi si origina nei reni ed allo stesso tempo pervade ogni parte del corpo. Secondo il M° Chen Xiaowang la funzione dell’energia del Chansi è quella di unificare il corpo e connetterne l’energia con il Dantian. Quando il Qi è generato nell’area del Dantian comunica con le cellule, i muscoli, le ossa e l’intero corpo può muoversi simultaneamente e con forza.
Lungo il percorso è bene seguire i principi con la guida di un maestro esperto per evitare il rischio di finire fuori strada. Superati i vecchi problemi ne nascono di nuovi poiché si scoprono nuove tensioni. E’ quindi necessario allenarsi duramente nella forma e perseverare con l’umiltà di chi è sempre disposto a ricominciare. Il M° Chen consiglia: “ Se i principi non sono abbastanza chiari rivolgiti al Maestro, se la via non è abbastanza visibile chiedi aiuto agli amici”.Solo quando i principi sono compresi chiaramente quanto i metodi è possibile correggere tutti gli errori e progredire verso i livelli più alti. Una volta raggiunta questa condizione l’allievo, soddisfatto dei propri progressi, può avvertire la necessità pressante di continuare ad allenarsi senza sosta. Il M° Chen sostiene che generalmente la maggior parte degli studenti può raggiungere il secondo livello di Gong Fu in circa quattro anni.
Dal punto di vista marziale all’inizio del secondo livello l’abilità è circa quella del primo, cioè non è sufficiente per una applicazione reale. Alla fine del secondo livello è possibile cominciare le applicazioni marziali. La pratica del Taijiquan e del Tui Shou, il lavoro in coppia, sono inseparabili, così qualsiasi mancanza si abbia nella forma si manifesterà come debolezza durante la pratica in coppia, permettendo all’avversario di trarne vantaggio. La pratica del Tui Shou richiede che le tecniche del Peng, parare, Lui, ritirarsi ruotando, Ji, premere e An, spingere, siano condotte con precisione coordinando i movimenti della parte superiore ed inferiore del corpo. Il Taijiquan non prevede l’uso della forza bruta per prevalere, i classici del Taiji sostengono che con uno studio costante e approfondito si può vincere senza l’uso della forza muscolare e “Cento grammi possono superare quattrocento chili”. Ma a questo stadio le applicazioni insite nelle forme non sono ancora chiare e lo studente in una situazione di confronto non è in grado di essere flessibile e di cambiare velocemente il proprio centro. Soprattutto non è in grado di dimenticare se stesso e seguire l’avversario. Inoltre le sue tecniche risultano troppo evidenti al partner che può così sviarle. A questo livello di abilità l’allievo è in una condizione 20% Yin e 80% Yang.

Il terzo livello di Gong Fu (30% Yin – 70% Yang)

Ricapitolando possiamo dire che al primo livello la mente è concentrata sulla postura e le forme esterne, al secondo sulla coordinazione del corpo e sulla coordinazione tra le parti interne e i movimenti esterni in modo da far fluire liberamente l’energia, mentre al terzo bisognerebbe concentrarsi sullo Yi, l’intenzione cosciente, senza porre troppa enfasi sui movimenti del Qi onde evitare di generare una stagnazione dell’energia. Il progresso nel Taijiquan si realizza approfondendo la pratica che va dal cerchio grande al cerchio medio e dal cerchio medio al piccolo. Il significato di cerchio non va inteso strettamente nel senso dei movimenti esterni prodotti dagli arti ma piuttosto di fluidità dei movimenti interni dell’energia. All’inizio di questo stadio si comincerà con l’approfondire il cerchio grande per giungere, alla fine, allo studio del cerchio medio portando l’attenzione sullo Yi, l’intenzione cosciente, in linea con i classici del Taijiquan che sostengono: “La mente genera l’intenzione, l’intenzione guida il Qi e il Qi muove l’intero corpo”.
I requisiti richiesti al terzo livello sono relativi ad una migliore coordinazione tra i movimenti interni e quelli esterni; allo sviluppo di un ritmo fluido senza interruzioni e forzature; alla sincronizzazione delle azioni con il respiro evitando di agire direttamente sul respiro stesso forzandolo, ma facendo in modo che ciò avvenga gradualmente in maniera naturale. E’ possibile e consigliabile sincronizzare coscientemente il respiro solo nelle azioni più veloci e complicate per affinarle. Tutto ciò sviluppa una capacità di percezione profonda e conduce alla capacità di correggersi da soli. Alla fine del terzo livello di Gong Fu non si corre più il rischio di finire fuori strada e non è più necessario avere un riferimento continuo nell’insegnamento. Il Maestro Chen è solito dire, facendo riferimento all’apprendistato relativo alla guida di un automobile, che a questo punto è terminata la scuola guida, probabilmente capiterà qualche incidente, ma con la perseveranza e l’autocorrezione è possibile superare gli intoppi.
Le esperienze prodotte a questo livello possono essere di una tale intensità e procurare una tale gioia da generare un tipo di agitazione che non fa dormire la notte. Forse per la prima volta, almeno a livello cosciente, lo studente sperimenta un senso di integrazione tra mente, corpo e spirito che lo colma di emozione. Bisognerà però fare attenzione a non cadere nell’errore di credere di aver finito o di essere arrivati. Il Taijiquan è una via di cambiamento e di sviluppo che non finisce mai. Chi si ferma, prima o poi, tornerà indietro poiché il Taiji come la vita è in continuo movimento.
Del resto, a questo livello, benchè l’energia fluisca liberamente, il Qi interno è ancora debole e, benchè le azioni siano meglio coordinate, non è ancora sufficientemente stabilita la coordinazione tra i movimenti dei muscoli ed il funzionamento degli organi interni. Conviene approfondire la pratica allenandosi a lungo da soli, pacificando lo spirito ed evitando ogni interferenza esterna per raggiungere la giusta coordinazione tra parti interne ed esterne.

Quando esegui il Taijiquan che esso sia perfetto;
non consentire alcuna imperfezione.
La forma deve essere omogenea, senza irregolarità,
e continua, senza che vi sia spazio per alcuna interruzione.

Nella forma lunga il corpo deve muoversi
come lo scorrere cadenzato dell’acqua di un fiume
o come l’avvicendarsi delle onde nell’oceano.

E’ questo il momento giusto per cominciare a comprendere le applicazioni marziali implicite in ciascuna forma e approfondire lo studio del Tui Shou. Nella pratica in coppia lo studente può, a questo livello, essere in grado di cambiare le proprie azioni in risposta a quelle dell’avversario se la forza che sopravanza non è troppo forte e veloce, mentre con un attacco più forte potrebbe avere la sensazione che il proprio Peng Jin, la forza cheblocca, non è sufficiente e avere difficoltà a manovrare. E’ questo il momento anche di intensificare l’allenamento dei Fa Jin, la forza esplosiva, e intraprendere lo studio delle forme con le armi quali spada, sciabola, lancia e alabarda. Con circa due anni di duro lavoro è possibile, secondo il M°Chen, maturare il quarto livello di Gong Fu. La condizione che caratterizza questo livello è definita da 30% Yin e 70 % Yang, vale a dire che ancora prevale una certa durezza.

Il quarto livello di Gong Fu (40% Yin – 60% Yang)

I primi tre livelli di Gong Fu sono i più importanti come sistema di riferimento per valutare la propria crescita lungo il percorso di apprendimento del Taijiquan.
Il quarto livello è già un livello molto alto di Gong Fu. A questo stadio si è in grado di camminare da soli, l’energia fluisce senza interruzioni e il Jin, la forza interna, è sufficiente per poter essere espressa all’esterno. Le azioni sono ben coordinate con la respirazione, quindi le forme sono consolidate e dovrebbero essere chiare le implicazioni marziali contenute in ciascuna forma. A questo punto è necessario approfondire lo studio del cerchio piccolo e immaginare di avere un avversario invisibile in modo da condurre fuori l’energia interna con molta precisione. In ciascuna forma si deve muovere l’intero corpo all’unisono facendo in modo che l’energia scorra senza interruzioni sotto il controllo della vita. Si dovrebbe inoltre sviluppare la flessibilità e la capacità di cambiamento veloce nel Qi, l’energia,e nello Yi, l’intenzione cosciente.
A livello marziale l’avversario non rappresenta più una grande minaccia. E’ possibile ora sviluppare la capacità di cambiare velocemente un’ azione e neutralizzare la forza dell’avversario. Bisogna esercitarsi ad utilizzare la giusta quantità di forza ed a dirigerla in maniera da colpire il bersaglio esattamente. Bisogna altresì sviluppare una grande sensibilità in modo da riuscire a prevedere l’intenzione dell’avversario e al contempo rendere invisibili le proprie azioni.

Se l’avversario è duro, trasformati e renditi morbido.
Ciò è detto “seguire”. Se l’avversario è in movimento
rimani attaccato seguendolo nella stessa direzione.
Ciò è detto “aderire”. Allora sei in contatto con l’avversario;
quando egli si sposta velocemente, ti sposti velocemente;
quando egli rallenta, rallenti, accordandoti ai suoi movimenti.

Che la sensibilità del tuo corpo sia tale
da avvertire la più piccola piuma che ti sfiora la pelle.
L’avversario non avrà modo di scoprirti o di controllarti,
sarai tu a sentirlo e a controllarlo.
Se puoi ottenere questo livello di sensibilità,
non c’è forza fisica che possa sconfiggerti.

Il M° Chen sostiene che per ottenere un buon livello marziale è necessario praticare tutti i giorni per otto ore al giorno, ma forse è il caso di chiedersi se divenire dei combattenti invincibili sia davvero il nostro obiettivo principale. Non dimentichiamo che l’introduzione delle armi da fuoco ha molto diminuito l’importanza del combattimento corpo a corpo. Se ci poniamo dunque, da un punto di vista al contempo più realistico e più ampio, riscontriamo a questo stadio un alto livello di sviluppo che riguarda l’uomo, la sua integrità e la sua etica. Si è divenuti una persona intera. La mente, il corpo, le emozioni e lo spirito sono insieme donando la capacità di essere flessibili rispetto alle necessità della vita. Si è in grado di dominare i propri impulsi ed egoismi e in gran parte la paura è stata sconfitta. Una persona che raggiunge il quarto livello di Gong Fu è descritta come 40% Yin e 60% Yang cioè un praticante di alto livello.
Mi piace ricordare che il Taijiquan è una delle possibili vie che conducono all’essenza dell’uomo e alla sua libertà. Una via che opera un profondo decondizionamento a livello culturale, corporeo ed emozionale permettendo il recupero di facoltà perdute o dimenticate nel corso dello sviluppo dell’identità personale e della coscienza sociale. Durante la pratica dovremmo sempre mantenere un atteggiamento libero e restare consapevoli che il percorso che stiamo seguendo riguarda tutta la nostra vita.

Il quinto livello di Gong Fu (50% Yin – 50% Yang)

Il M° Chen Xiaowang afferma che raggiunto il quinto livello di Gong Fu si è tentati di credere di aver finito ma non è così, bisogna ancora sforzarsi di migliorare.
Si dovrebbe approfondire lo studio che va dal cerchio piccolo a quello invisibile. L’intera forma dovrebbe essere eseguita in maniera invisibile. I requisiti richiesti sono relativi al rendere il corpo estremamente flessibile ed adattabile ad ogni cambiamento; rendere esternamente invisibile l’alternanza di sostanziale e insostanziale; sviluppare sensibilità e velocità per reagire prontamente ai cambiamenti.
A questo livello l’energia scorre liberamente e diviene possibile comunicare con l’energia cosmica realizzando profondamente come la vita e la natura siano meravigliose. Ogni movimento e ogni istante di immobilità, così come ogni aspetto della vita quotidiana, sono conformi al Taiji.
Dal punto di vista marziale lo Yin e lo Yang, il morbido e il duro, si completano a vicenda e i movimenti risultano rilassati, dinamici e molto vitali. Ogni parte del corpo è sensibile e pronta a reagire velocemente, così come ogni parte del corpo può essere adoperata con la stessa potenza esplosiva di un pugno. E’questa una condizione bilanciata con il 50% Yin e il 50% Yang.
Vuol dire che si è stabilito un rapporto forte tra la mente e l’intero corpo; tra la contrazione ed il rilassamento dei muscoli; tra i movimenti dei muscoli e le funzioni degli organi interni. Ciò nonostante bisogna continuare a perseguire ulteriori traguardi poiché la via, la bellezza e il potenziale del Taijiquan non sono esauribili nel tempo di una vita.

Nota: Questo articolo è liberamente tratto dalle conferenze e dalle interviste del M° Chen Xiaowang ma naturalmente risente delle considerazione ed esperienze di chi scrive, che pertanto se ne assume interamente ogni responsabilità.

Gianna Sabatelli