Articoli

Qi Gong: l’arte del nutrimento della vita – 2003

Gianna Sabatelli

Qi Gong: l’arte del nutrimento della vita – 2003

Qi Gong: l’arte del nutrimento della vita
Arti d’Oriente n. XIV luglio-agosto 2003

Il Qi Gong è una disciplina cinese di tradizione millenaria che comprende numerose tecniche atte a favorire la salute, curare le malattie e più in generale a riequilibrare e rinforzare l’energia vitale dell’uomo. Pur essendo il termine Qi Gong di origine più recente, si possono rintracciare testimonianze di tali pratiche già durante la dinastia degli Zhou (1030-722 a.C.) grazie al ritrovamento di alcune scritture di bronzo dove viene citata una sorta di danza in grado di eliminare i ristagni del corpo. Al sesto secolo a.C. risale invece un’iscrizione su dodici pezzi di giada contenente istruzioni sul convogliamento del respiro e dell’energia nel basso addome. Tra i reperti risalenti alla dinastia degli Han Occidentali (206 a.C.-241 d.C.) sono stati rinvenuti 44 dipinti su seta colorata  raffiguranti uomini e donne che praticano diversi esercizi. Alcuni di essi, poi denominati  Esercizi dei cinque animali, imitano i movimenti della tigre, del cervo, dell’orso, della scimmia e dell’oca selvatica. Le immagini illustrano come questi movimenti fossero combinati con la respirazione e l’intera serie costituisce La mappa del Dao Yin. Tuttavia, questi riferimenti ai reperti più antichi non esauriscono la ricchezza della grande famiglia del Qi Gong che comprende svariate  tecniche: dall’alchimia interiore alle ginnastiche terapeutiche fino al più famoso Tai Ji Quan, l’arte marziale del principio supremo. Lo sviluppo del Qi Gong avviene infatti in ambiti diversi con implicazioni diverse dando origine a scuole diverse. Le più importanti possono essere così schematizzate:

  • la scuola medica  volta alla prevenzione e alla cura delle malattie;
  • Ala scuola confuciana  tesa a coltivare il carattere e la virtù morale;
  • la scuola buddista, di derivazione indiana e tibetana, basata essenzialmente sullo sviluppo della consapevolezza e sul distacco con lo scopo di raggiungere l’illuminazione;
  • la scuola taoista, che trova origine in antichissime pratiche ascetiche, si concentra sulla ricerca della longevità tramite il rafforzamento del corpo e della mente in sintonia con le leggi della natura;
  • la scuola marziale diretta soprattutto al rafforzamento della costituzione fisica e all’addestramento del corpo finalizzato al combattimento.

Il Gioco dei cinque animali

Significato del termine Qi Gong

Possiamo tradurre sinteticamente il termine Qi Gong come lavoro sull’energia vitale. Ma nel passaggio tra l’ideogramma e la traduzione molte informazioni vengono perse poiché viene meno il potere evocativo dell’immagine e la forza che ne scaturisce.  L’ideogramma Qi ha un’etimologia complessa risalente ad un antico carattere raffigurante il fuoco che emana verso l’alto  qualcosa di invisibile e non quantificabile. L’attuale ideogramma è composto da una parte inferiore che rappresenta il riso ed una superiore che richiama l’idea di vapori che salgono sotto forma di nubi. Nell’insieme, l’immagine suscitata è quella di vapori e fragranze prodotti dalla cottura del riso con allusione ad un senso di trasmutazione e di energia in movimento. Il termine Gong è composto da due ideogrammi: il primo rappresenta uno strumento di lavoro, il secondo mostra un tendine e un muscolo in attività. Nell’insieme, il termine Gong viene tradotto come lavoro che richiede forza e allenamento, ma contiene anche il significato meritorio di risultato ottenuto aggiungendo quindi un informazione di tipo qualitativo.
Definiamo pertanto il Qi Gong l’arte di coltivare il Qi, il soffio vitale che nutre la vita.

Ambiti di applicazione del Qi Gong

Il Qi è energia in continuo movimento contenente informazioni e capace di riceverne assumendo caratteristiche e funzioni diverse a seconda dei compiti. All’interno del corpo umano il Qi mette in relazione gli organi interni con le varie parti del corpo ed ha l’importante funzione di fare da tramite tra mente e corpo. A livello più generale mette in comunicazione l’uomo, quale microcosmo, con l’universo, macrocosmo. Il Qi è sensibile all’azione della psiche indipendentemente dalla nostra maggiore o minore consapevolezza. La mente è infatti in grado di modificare le condizioni interne al corpo. Ad esempio, quando pensiamo a qualcosa di spiacevole o spaventoso avvertiamo un aumento nella sudorazione e l’alterazione dei battiti cardiaci. Viceversa, con uno stato d’animo sereno otteniamo una respirazione più lenta e profonda e una regolarizzazione dei battiti cardiaci.
Secondo il pensiero cinese l’uomo rappresenta un microcosmo in cui sono presenti tutti i dati e la conoscenza dell’intero universo. Oggi sappiamo che nel nucleo di una cellula del fegato sono attivi non solo tutti i dati riguardanti l’attività del fegato, ma anche i dati relativi a tutte le altre linee cellulari, così che è possibile, in determinate condizioni, ottenere un individuo completo a partire da una singola cellula. La pratica del Qi Gong si basa sul principio che il Qi ha un suo sapere di cui non siamo consapevoli e che quindi l’uomo, assecondando la propria natura, è in grado di curare se stesso. L’allenamento costante fa scaturire una potenza energetica che permette di indirizzare il Qi in ogni cellula del proprio corpo o anche di emetterlo a favore degli altri.
Ad un primo livello di pratica, l’azione del Qi Gong migliora il Qi degli organi e il Qi di relazione tra gli organi. Ma il lavoro che si fa sul corpo influenza la mente e quindi ad un livello successivo, si ottiene un miglioramento nella relazione tra psiche e soma. Infine, perseverando nella pratica, si coltiva lo Shen, l’energia psichica e spirituale nelle sue funzioni latenti. Nello Shen esistono due grandi campi di attività, una attività mentale manifesta, operante tramite il pensiero logico, accanto ad una attività latente, operante tramite il pensiero intuitivo, che è in grado di percepire il Qi e le informazioni in esso contenute. I due campi si influenzano a vicenda ma i loro valori percentuali sono molto diversi poichè l’area relativa all’attività della mente latente costituisce circa il 95% dello Shen. Si può intuire come coltivare la mente latente e favorirne  l’integrazione con le attività della mente manifesta rappresenti un’esperienza di grande sviluppo dell’essere umano perchè pone il praticante in condizione di ascolto della propria natura interiore, consentendogli di avvertire la risonanza che lo lega all’universo. Il Qi Gong è pertanto anche un grande strumento di autoeducazione, una via della natura, dell’etica e del rispetto, non riducibile al solo aspetto salutistico.

Rappresentazione del wuji, taiji e le cinque fasi

Qi Gong e pensiero cinese

Per meglio comprendere il Qi Gong è necessario collocarlo all’interno della sua cultura di origine. Il pensiero cinese è essenzialmente un pensiero intuitivo-associativo in cui spicca l’abilità di sintesi che lo distingue dall’attitudine analitica tipica del pensiero occidentale. L’approccio analitico necessita di un distanziamento critico, della separazione del soggetto dall’oggetto, mentre il pensiero cinese tende a restare immerso nella realtà per meglio percepirne e preservarne l’armonia. Esso non ha sviluppato l’idea di legge, ma piuttosto quella di modello e di ordine dove le cose si influenzano reciprocamente. L’obiettivo non sembra essere la ricerca di una causa prima o di una verità assoluta, bensì di una azione civilizzatrice che dà vita ad un ordine inteso come armonia e pace. L’armonia, come sostiene Joseph Needham, è “considerata il principio fondamentale di un ordine cosmico spontaneo e organico”, dove nessuna parte può  essere compresa se non in relazione al tutto e lo squilibrio di una parte determina lo squilibrio del tutto. In questo modo la saggezza cinese, umanista e naturalista, è solita suggerire temi adatti all’addestramento dell’intero essere. Gli insegnamenti non si rivolgono mai al solo intelletto, ma alla persona intera, con continui approfondimenti tesi a migliorare la propria vita in armonia con la natura ed il mondo. Marcel Granet attribuisce al pensiero cinese il grande merito di “non aver mai separato l’umanità dal naturale e di aver sempre concepito l’umano pensando al sociale”. Nutrita da questa visione, l’arte cinese del Qi Gong non si esprime in termini di leggi o di assiomi scientifici, bensì sotto forma di principi o di sentenze brevi e solenni che forniscono orientamento nella pratica e nell’intera vita.

Principi filosofici sottesi alla pratica

Il Dao genera l’Uno,
l’Uno genera il  Due, il Due genera il Tre.
Il Tre i diecimila esseri

Il Wu Ji -letteralmente suprema vacuità- secondo la filosofia cinese è quello stato di vuoto senza limiti che precede la creazione del mondo. Esso è la sorgente del movimento e della quiete e la madre dello Yin e dello Yang, i principi fondamentali che, interagendo, danno origine al Tai Ji, il principio supremo alla base di tutti i fenomeni dell’universo. La rappresentazione grafica del Tai Ji, simbolo ormai piuttosto famoso, è un cerchio che esprime il concetto di unità, suddiviso in una parte nera ed una bianca, Yin e Yang. I due piccoli cerchi di colore opposto indicano che all’interno dello Yin è contenuto un elemento Yang e viceversa. La curva rende l’immagine dinamica, indicando che Yin e Yang sono in continuo movimento determinando un’alternanza che non è mai opposizione ma ritmo e interazione.
Il carattere Yin in origine indicava il lato in ombra di un pendio e ad esso furono associate qualità come il freddo, il buio, la quiete, la ricettività, l’introversione. Il carattere Yang indicava il lato soleggiato ed in seguito qualità come il calore, la luce, il movimento, l’eccitazione, l’estroversione. Le categorie Yin e Yang non hanno valore morale o assoluto ma sono degli emblemi necessari ad ordinare la realtà e l’esperienza fenomenica. La Teoria Yin Yang descrive infatti la relazione funzionale tra tutte la cose e tra esse e l’universo in un continuo processo di mutamento.

Se si vuole restringere, bisogna  estendere.
Se si vuole indebolire, bisogna  rafforzare.

Se si vuole far perire, bisogna far fiorire.
Se si vuole  prendere possesso, bisogna offrire.

Yin e Yang, interagendo, danno vita ai cinque elementi: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua. La Teoria dei cinque elementi, meglio tradotta come le cinque fasi, Wu Xing, consiste in un sistema di attribuzioni per comprendere e classificare i fenomeni naturali. Le qualità dei singoli elementi derivano dall’osservazione degli eventi naturali: l’Acqua possiede la qualità di bagnare e fluire verso il basso; il Fuoco di bruciare verso l’alto; il Legno può essere sagomato in pezzi; il Metallo può essere fuso, modellato e indurito; la Terra provvede al nutrimento con la semina e il raccolto. Gli elementi sono tra loro in rapporto di interdipendenza e controllo che determina il loro costante mutamento. Essi costituiscono anche i principi basilari per la medicina tradizionale cinese interpretando i rapporti tra la natura e la fisiologia e la patologia del corpo umano.

Attribuzione del corpo umano ai cinque elementi

ELEMENTI Legno Fuoco Terra Metallo Acqua
organi yin fegato cuore milza polmoni reni
organi yang vescica biliare intestino tenue stomaco intestino crasso vescica
organi di senso occhio lingua bocca naso orecchio
tessuti tendineo vasale muscolare pelle e peli osseo
emozioni ira gioia riflessione malinconia paura
sforzi dannosi vista camminare sedere giacere stare in piedi
sapori acido amaro dolce piccante salato
suoni grida riso canto pianto gemito
psichismo hun shen yi po shi

Principi teorici

La pratica del Qi Gong deve riferirsi ad almeno quattro concetti basilari: i Tre Tesori, i Tre Campi del Cinabro, le Tre Armonie ed il sistema dei Meridiani Energetici. In sintesi, i Tre Tesori sono tre forme di energia, Jing, Qi e Shen, dalla più grossolana alla più sottile che potremmo intendere, sia pure un maniera approssimativa, come energia fisica, dinamica e spirituale. Il Jing è l’essenza vitale e riproduttiva, il Qi è il soffio, l’energia che anima il corpo e lo Shen rappresenta l’energia psichica e spirituale. Il Jing scorre attraverso le ossa, il Qi attraverso la rete dei meridiani principali collegati agli organi interni e lo Shen attraverso i canali prenatali denominati straordinari. Queste tre energie corrispondono ai Tre Campi del Cinabro o Dantian, luoghi privilegiati delle trasmutazioni energetiche, situati rispettivamente nel basso addome, nella zona del cuore e nella parte superiore del capo. Non a caso si fa riferimento al cinabro, cioè al solfuro di mercurio, la materia prima degli alchimisti cinesi, preposta alla creazione dell’elisir dell’immortalità. Il processo segue tre tappe fondamentali di distillazione e trasformazione dell’energia: nel Campo del Cinabro inferiore l’essenza (Jing) viene trasformata in soffio (Qi), nel Campo del Cinabro mediano il soffio (Qi) viene trasformato in forza spirituale (Shen), nel Campo del Cinabro superiore la forza spirituale viene raffinata e riportata al vuoto (Wu Ji). Questo percorso può essere guidato, come avviene nell’esercizio denominato Piccola e Grande Circolazione Celeste, tramite la concentrazione sui punti dei Meridiani Energetici che costituiscono una rete invisibile per il trasporto di Qi e sangue e per il collegamento tra sostanze e organi. Può altresì svilupparsi spontaneamente a seguito di una lunga pratica, come avviene nel Tai Ji Quan.
Le Tre Armonie sono i principi  basilari che predispongono al lavoro sull’energia interna. La prima, Tiao Shen – letteralmente armonizzare il corpo – consiste nella regolazione della postura e nel rilassamento completo del corpo e della mente per consentire all’energia di fluire liberamente. Si ottiene così uno stato di inibizione protettiva della corteccia cerebrale stimolante meccanismi fisiologici che portano al recupero funzionale ed alla regolarizzazione dell’organismo. L’elettroencefalogramma di un praticante di Qi Gong registra una migliore sincronizzazione delle onde alfa e un aumento delle onde teta tipiche dei bambini e delle fasi dell’assopimento, indicativi di un profondo rilassamento ed una forte riduzione dello stress.
Tiao Xi è l’armonizzazione del respiro, che consente di utilizzare l’energia dell’aria per favorire lo scambio tra la circolazione sanguigna e le cellule dei tessuti. Si tratta di acquietarsi e, senza forzare il respiro, favorire la discesa dell’aria nell’addome, evitando di bloccarla nel torace, in modo che sia l’intero corpo a respirare. Il processo respiratorio ha anche l’importante funzione di aprire la mente ed utilizzare al massimo le potenzialità del cervello.
Infine la terza armonia, Tiao Xin, armonizzare il cuore e la mente, ha lo scopo di sgomberare la mente da pensieri e preoccupazioni pacificando il cuore. Qui si tratta di rendere salda e tranquilla la mente osservando i fenomeni senza intervenire e lasciando che le cose accadano spontaneamente. Questa condizione induce mutamenti biochimici all’ interno del corpo e  azioni riparative sugli organi e sulle strutture cerebrali. E’ stato dimostrato che durante la meditazione avviene una diminuzione di cortisolo e adrenalina cioè quegli ormoni e neurotrasmettitori che sono attivi in condizioni di stress, mentre si riscontra una aumentata produzione di melatonina e serotonina. Numerosi parametri fisiologici subiscono delle variazioni quali una diminuzione nel consumo di ossigeno e nella frequenza cardiaca e respiratoria insieme ad un profondo rilassamento muscolare e alla riduzione del metabolismo. Queste condizioni che generano un basso consumo energetico costituiscono la base del ripristino delle condizioni di salute. Il processo di purificazione della mente è un processo lento che evolve di pari passo con il respiro e la regolazione del corpo, così che l’armonia risulta dall’integrazione delle tre armonie.

Pratica il Non-agire, bada a non fare niente,
assapora il senza sapore;
considera il piccolo come grande, il poco come molto.

Intacca il difficile là dove è facile;
fai grande ciò che è minuto!

Le cose più difficili del mondo
prendono avvio da ciò che è facile;
le cose più grandi del mondo
prendono avvio da ciò che è minuto.

Perciò il Saggio non fa mai niente di grande,
e così può compiere il grande.

 

Gianna Sabatelli